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Essere giovani significa molte volte vivere la propria vita con una certa leggerezza. E va benissimo così. Ci mancherebbe altro. Eppure, con il passare del tempo e con il trascorrere degli anni lavorativi inizia a diventare sempre più frequente il pensiero della pensione.
Molte spesso questo periodo viene visto come quel momento in cui è possibile tirare il fiato dal tram tram quotidiano che spesso ci attanaglia al lavoro. E dove, finalmente, possiamo goderci la giornata come vorremmo. Eppure, non è sempre oro quel che luccica.
La situazione economica e lavorativa degli ultimi anni, infatti, ha reso un po’ più complesso tutti questi passaggi. Ma, soprattutto, ha iniziato a fare rendere conto alle generazioni più giovani di lavoratori che è bene iniziare a prendersi per tempo. Onde evitare di trovarsi poi con un pugno di mosche in mano. Ma come fare? Un’ottima soluzione in questi casi è data dal fondo pensione.
Indice
Quando parliamo di fondo pensione ci riferiamo ad un pensione complementare che potrà essere riscattata non appena raggiunta l’età contributiva necessaria. Questo gruzzoletto, andrà ad integrare l’importo mensile che percepirai dallo stato e che hai accumulato nel corso degli anni attraverso il pagamento dei contributi previdenziali.
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La situazione attuale del nostro paese ha messo i lavoratori di fronte ad una condizione piuttosto complessa. Accade con sempre maggiore frequenza, infatti, che ci si veda un importo di trattenute in busta paga sempre più elevato. Ma che la prospettiva mensile in vecchiaia sia di una cifra sempre più bassa. Non solo.
Il primo impiego regolarmente contrattualizzato non si ottiene più da giovanissimi. E l’innalzamento dell’età obbligatoria per frequentare la scuola ha sicuramente inciso al riguardo. Questo significa, di conseguenza, che anche l’età in cui è possibile accedere alla pensione è aumentata.
Se, a tutto ciò, aggiungiamo pure la questione relativa all’enorme numero di anziani che richiedono la pensione a fronte di una forza lavoro attiva minima, è inevitabile iniziare a pensare di prendere tutte le precauzioni del caso. Giusto per evitare di ritrovarsi al completamento della propria vita professionale senza nemmeno i soldi per fare la spesa.
Grazie al fondo pensione avrai la possibilità di accantonare una somma con l’obiettivo di riscattarla una volta che avrai completato la tua vita professionale. L’importo può essere versato sia mensilmente attraverso un addebito in conto corrente (come, ad esempio, i Rid) che una tantum attraverso bonifico.
In alternativa, puoi sempre richiedere al tuo datore di lavoro di destinare la tua quota mensile di Tfr al fondo di previdenza complementare. Quest’ultima soluzione è piuttosto utile per due fattori:
Una risposta precisa non c’è. L’importo che andrai a corrispondere mensilmente lo deciderai tu in base alle tue necessità. Ma rimarrà invariato per tutta la durata del contratto. Questo significa che, ad esempio, se hai deciso di versare 100 euro al mese nel tuo fondo pensione, questa sarà la rata che ti verrà addebitata ogni volta.
Il mio consiglio, in questo caso, è quello di scegliere, piuttosto, una cifra mensile più bassa (come, ad esempio, 50 euro), ma che sei sicuro di versare tutti i mesi. Anche in quelli più pesanti in cui tra mutuo, assicurazione auto e bollette il tuo portafoglio a fine mese piange.
Piuttosto, riesci a mettere qualcosina da parte durante l’anno, puoi sempre pensare di effettuare un versamento integrativo una tantum.
Sì, certo. all’interno dei contratti di fondo pensione sono previste delle eccezioni che consentono al proprietario del fondo pensione di riscattare una parte o la totalità della somma versata fino a quel momento. Prima del termine della propria vita professionale, si intende.
Ecco i casi previsti per legge:
NOTA BENE: Nel caso di disoccupazione per un periodo superiore ai 12 mesi e inferiore ai 4 anni è possibile ottenere solo il 50% del capitale versato fino a quel momento.
Il fondo pensione è deducibile. Questo significa che la somma che avrai versato nel corso di un anno contribuirà ad abbassare il reddito lordo che percepisci dal datore di lavoro. E, di conseguenza, ti ritroverai a pagare meno contributi.
L’unico neo di questa forma previdenziale è data dal limite di versamento annuo che è stato fissato a 5164,57 euro per nucleo familiare. Questo significa, quindi, che la deducibilità è valida solo per questo importo. Nel caso dovessi versare un importo maggiore, l’eccedente non verrà preso in considerazione in fase di calcolo delle tasse.
Nella seguente tabella ho riportato le percentuali di deducibilità del fondo pensione. Lo scaglione di reddito è considerato come annuo e lordo. Ti faccio un esempio. Se percepisci un reddito lordo di 35.000 euro, la tua aliquota sarà del 27% fino ai 28.000 euro e al 38% per l’importo rimanente (ossia 7.000 euro).
Scaglione di reddito | Aliquota |
Fino a 15.000 euro | 23 |
Da 15.001 a 28.000 euro | 27 |
Da 28.001 a 55.000 euro | 38 |
Da 55.001 a 75.000 euro | 41 |
Oltre ai 75.000 euro | 43 |
Non dimenticare, inoltre, che queste stesse aliquote ti serviranno a calcolare i soldi che ti torneranno indietro dopo la dichiarazione dei redditi. E che, di conseguenza, troverai in busta paga