La gravidanza è sicuramente un momento di grande gioia per una donna. Dal momento in cui ci si accorge di aspettare un bambino, per, bisogna iniziare a ragionare in modo diverso rispetto a prima.
Se, infatti, fino a qualche mese fa potevi permetterti di lavorare per diverse ore durante il giorno senza fare nemmeno 10 minuti di pausa, ora devi stare più attenta. Iniziare a ridurre i ritmi frenetici e a rallentare un po’ possono essere un ottimo inizio per vivere meglio la dolce attesa. Ma anche per evitare complicazioni come, per citarne uno, l’inizio precoce delle contrazioni.
E se diminuire i propri impegni giornalieri non dovesse bastare?
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Quando si parla di gravidanza a rischio?
La gravidanza non deve essere trattata come una malattia. Anzi. Si tratta, invece, di una condizione del tutto fisiologica che ha un suo decorso e che, durante i 9 mesi, deve essere tenuta sotto controllo in modo da garantire la salute della mamma e del suo bambino.
Tuttavia, possono presentarsi alcune condizioni che possono in qualche modo minacciare o compromettere lo stato di salute del feto e della sua mamma. Queste situazioni, possono essere provocate da diverse cause scatenanti. Alcune presenti già prima di fare il test di gravidanza e altre che hanno iniziato a verificarsi nel corso delle settimane successive.
Si parla di gravidanza a rischio, quindi, quando intervengono delle patologie pregresse o recenti che possono mettere in pericolo la salute e la vita di mamma e figlio.
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Quando si può chiedere la gravidanza a rischio?
La gravidanza a rischio è una condizione di salute che deve essere valutata insieme al proprio medico di base, alla propria ginecologa o alla dottoressa del consultorio che ti sta seguendo.
Prima di accertare questo stato, quindi, è indispensabile effettuare un ciclo di visite che attestino la precarietà delle condizioni di salute tue e del tuo bambino.
Tra le patologie più diffuse che possono portare a questa diagnosi, possiamo trovare:
- rischio di aborto spontaneo;
- malattie croniche pregresse nella mamma, come ipertensione o diabete;
- patologie ai reni;
- gestosi;
- malattie autoimmuni;
- problemi cardiaci;
- sindrome dell’ovaio policistico;
- ipercontrattilità uterina;
- età avanzata della gestante;
- infezioni contratte durante la gravidanza (ad esempio: rosolia, toxoplasmosi, mononucleosi)
C’è da dire, tuttavia, che ci sono situazioni in cui viene considerata gravidanza a rischio anche quella condizione lavorativa che prevede uno stress per la mamma troppo grande da affrontare durante la gravidanza. Ma tale condizione, che viene valutata di volta in volta e di caso in caso, deve essere accertata dal tuo medico.
Quali sono i lavori a rischio in gravidanza?
Facciamo una breve parentesi per quel che riguarda le lavoratrici madri. Esistono alcune categorie di impiego e alcuni settori per cui, quando una dipendente comunica di essere incinta, può rimanere a casa fino a dopo il parto. In questo caso sto parlando di lavori a rischio in gravidanza.
Di questa categoria fanno parte:
- maestre di asili nido e scuole materne;
- commesse;
- cameriere;
- bariste
O, comunque, in linea di massima, tutti quegli impieghi che sono caratterizzati da:
- sollevamento carichi pesanti;
- ambiente di lavoro molto rumoroso, troppo polveroso, a contatto con sostanze chimiche o agenti patogeni, in clima troppo caldo o troppo freddo;
- mansioni pensanti e in posizioni scomode (ad esempio, anche i lavori domestici);
- posizioni soggette a continue vibrazioni;
- esposizione a sostanze chimiche dannose, agenti biologici, radiazioni ionizzanti;
- lavori che obbligano a stare in piedi per più di metà dell’orario di lavoro
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Come richiedere la maternità anticipata?
Nel caso in cui il tuo non fosse un lavoro a rischio e il tuo medico abbia accertato che tu ti trovi in una condizione di gravidanza a rischio, puoi procedere in maniera autonoma e richiedere la maternità anticipata.
In questo caso dovrai fare apposita richiesta alla tua ASL di competenza, allegando il certificato di gravidanza e la documentazione del medico che attesta la gravidanza a rischio. Nota bene: quest’ultimo documento deve essere rilasciato da un dottore che fa parte del Sistema Sanitario Nazionale. Può essere, quindi, il medico di base o la ginecologa del consultorio o dell’ospedale.
Nel caso fossi seguita da una professionista che opera da privato o che, comunque, lavora in una struttura del SSN di un’altra provincia, prima di ottenere la maternità anticipata, dovrai fare un’ulteriore visita con un medico dell’ASL che confermi le tue condizioni di salute.
Come procedere in caso di gravidanza a rischio?
Nel caso in cui tu abbia ottenuto un certificato di gravidanza a rischio, dovrai procedere inviando copia di tale certificato al datore di lavoro e al tuo medico di base (che, comunque, dovrà essere informato di ogni dettaglio delle condizioni di salute tue e del bambino durante le 40 settimane di gestazione).
Il passo successivo è quello di richiedere la maternità anticipata all’ASL, seguendo le indicazioni riportate nel paragrafo precedente. Una volta che l’ASL avrà confermato questo stato, dovrai inviare tutta la documentazione al tuo datore di lavoro.
Cosa comporta la gravidanza a rischio?
In caso in cui ti fosse stata confermata la gravidanza a rischio, potrai rimanere a casa dal lavoro immediatamente, qualunque sia il tuo orario di lavoro o il contratto in essere con l’azienda.
La maternità anticipata ti permetterà di rimanere a casa dal lavoro fino alla fine del sesto mese di gravidanza. Durante questo periodo, avrai diritto a tutti gli spostamenti che ritieni opportuni poiché non avrai le stesse limitazioni di orario previste durante le assenze per malattia. Nè tanto meno dovrai attendere le visite fiscali del medico dell’ASL.
All’inizio del settimo mese di gravidanza, la maternità anticipata andrà a cadere e potrai fare richiesta all’INPS per maternità obbligatoria.
Quanto viene pagata la gravidanza a rischio?
Durante la maternità anticipata per gravidanza a rischio, potrai percepire lo stipendio al 100%. Come se tu stessi andando normalmente al lavoro. Questo status in automatico andrà a cadere all’inizio del settimo mese.
In questa data, dovrai preoccuparti di inoltrare all’INPS la richiesta di maternità obbligatoria che sarà valida fino al giorno del parto. Durante questo periodo, in base al tipo di contratto che hai sottoscritto con il tuo datore di lavoro, percepirai uno stipendio all’80% (in alcuni casi si arriva al 100%).